Eravamo rimasti al prelevamento volontario di Olaf e del suo papà, da parte di stranieri giganti…
Continua il racconto di Olaf:
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“Non mi sono mai sentito meglio in vita mia, durante i due anni che mio padre ed io soggiornammo nella parte interna della Terra.
La principale occupazione della gente era l’agricoltura; i pendii delle colline erano coperti con viti, mentre le valli erano dedicate alla crescita dei cereali… La vegetazione cresceva in prodigiosa esuberanza e i frutti di tutti i generi avevano il più delicato sapore.
Abbiamo sentito molto parlare di una città chiamata “Eden”
Un giorno venne l’invito del governatore di Eden per vederci e per due giorni interi, mio padre ed io venimmo sottoposti a una serie di sorprendenti domande.
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La grande nuvola luminosa, che durante il giorno emette una luce bianca soffusa, la notte diventa una palla di fuoco rossa opaca, e all’alba e al tramonto è rossa fiammeggiante.
La base di questa nube elettrica o corpo luminoso centrale, la sedia degli Dei, è buia e non trasparente, eccetto per innumerevoli piccole aperture, apparentemente nella parte inferiore del grande supporto, o altare della Divinità, sopra la quale “Il Dio Fumoso” si appoggia e la luce splende attraverso queste aperture, che luccicano in tutto il loro splendore, sembrando stelle così naturali.
Poi ci portarono, via terra, alla città di Eden, con un mezzo di trasporto diverso da tutti quelli che avrei successivamente visto in Europa o in America. Questo veicolo era senza dubbio mosso da qualche congegno elettrico. Non faceva nessun rumore e correva su un singolo binario in perfetto bilanciamento. Il viaggio venne fatto ad una velocità molto elevata.
(Forse è il caso di ricordare che il narratore di questa storia Emerson morì nel 1918, ovvero molto prima di ogni avvenimento ufologico moderno, molto prima delle descrizioni di Amamski, Mejer, Siragusa, etc)
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La nostra sorpresa fu indescrivibile quando, nel mezzo di una sala magnifica, regale e grandissima, fummo portati innanzi al Gran Sacerdote, Governatore di tutta quella terra. Era riccamente vestito, era il più alto di tutti quelli che erano intorno a lui, non meno di 4,5 m. L’immensa stanza nella quale ci ricevette, era rifinita in solide lastre d’oro,
Alla conclusione dell’incontro, ci chiese se avevamo intenzione di rimanere in questo mondo o se preferivamo tornare nel <mondo esterno>
“Questo è il mio unico figlio e la mia buona moglie sarà stanca di aspettare il nostro ritorno”.
Apprendemmo che gli uomini si sposavano dai settantacinque ai cento anni d’età e per le donne un po’ di meno, e sia gli uomini che le donne vivevano in media 600-800 anni e in alcuni casi di più.
Con uno strumento che non sono in grado di spiegare, comunicano fra loro a grande distanza.
Dopo che i nostri fratelli giganti ebbero messo la barca in acqua, erano molto dispiaciuti per la nostra decisione di andare via e usarono molta premura per la nostra sicurezza. Mio padre giurò sugli Dei Odino e Thor che sarebbe sicuramente tornato, entro un anno o due, per visitarli di nuovo. Così ci lasciammo dicendoci addio.
“Che meravigliosa storia dobbiamo raccontare alla gente di Stoccolma”, continuò mio padre, mentre uno sguardo di perdonabile esaltazione era nel suo onesto viso. “E pensa alle pepite d’oro che abbiamo nella stiva!”.
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Purtroppo come aveva previsto Il Dio, la loro nave si arenò e il padre morì, Olaf sfinito invece…
“ a meno di mezzo miglio, una baleniera che stava dirigendosi verso di me. Evidentemente, il mio continuo girare sull’iceberg aveva attratto la loro attenzione. Quando furono vicini a me, calarono una barca e si avvicinarono cautamente. Fui salvato e un poco più tardi portato a bordo della baleniera. Era una baleniera scozzese, “L’Arlington”. Era salpata da Dundee a settembre, e si diresse immediatamente nell’Antartico, in cerca di balene.
Il capitano, Angus MacPherson mi chiese di nuovo di raccontare da dove venivo e come avevo fatto a rimanere da solo su un iceberg, nel lontano Oceano Antartico. Io replicai che venivo dalla parte “interna” della Terra e proseguii raccontandogli come io e mio padre eravamo partiti dal nostro viaggio a Spitzberger e come siamo usciti dal Polo Sud, dopodiché venni messo in catene.
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Quando finalmente raggiungemmo Stoccolma trovai che mia madre era trapassata un anno prima… Più tardi, dopo il tradimento di un parente, (a cui Olaf aveva deciso di raccontare tutta la sua avventura) fui rinchiuso in un manicomio, dove rimasi per 28 anni – anni veramente infiniti – e ancora più tardi, dopo il mio rilascio, come tornai a vivere come pescatore, assiduamente per 27 anni, quindi venni in America.
Nel concludere la storia delle mie avventure, desidero affermare che io credo fermamente che le scienze siano ancora alla fase dell’infanzia, per quel che riguarda la cosmologia della Terra. Ci sono moltissime cose che non sono spiegate e comprese oggigiorno e rimarranno sempre così.
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E’ l’una di notte – il nuovo anno 1908 è qui e questo è il terzo giorno, ed ho finalmente finito il racconto dei miei strani viaggi e avventure.
Emerson: “Ho avuto molta difficoltà nel decifrare e scrivere il manoscritto di Olaf Jansen. Comunque, mi sono preso la libertà di ricostruire solamente alcune espressioni, e nel fare questo non ho in nessun modo cambiato lo spirito del significato”
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Ed io ho ritenuto giusto estrapolare il testo senza commentarlo troppo affinché possiate pesare nel migliore dei modi la sua attendibilità.
Storia incredibile e meravigliosa…. sicuramente qualcosa di veritiero c’è… basti pensare che tutta quella zona è invalicabile,e che spesso e volentieri i capi del mondo fanno metà lì….. chissà perché????i nostri creatori sono ancora lì….non so per quale motivo non vogliono farsi vedere,ma sono loro che tirano su e giù i fili di questo enorme teatrino
Grazie Davide, tutto giusto!