Ufo & Alieni
La sera del 14 luglio 1952, alle 20:15 circa, il comandante William Nash e il copilota William Fortenberry, mentre volavano con il loro DC-4 sulla Virginia a 2.400 metri di quota, avvistarono una luce rosso brillante. Appena dopo la luce si divise in sei dischi di colore arancione, aventi ciascuno un diametro di 30 metri; si spostavano rapidamente, in formazione e sembravano dirigersi verso il DC-4.
Altri due oggetti si aggiunsero e tutti iniziarono a lampeggiare; infine sparirono velocemente, non prima di essere passati oltre l’altimetria dell’aereo, per poi scendere di nuovo.
I piloti rimasero in contatto per tutta la durata dell’avvistamento con la torre di controllo di Norfolk.
L’ aereo atterrò a Miami poco dopo la mezzanotte e i piloti fecero subito un rapporto dell’avvistamento.
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I verbali dell’interrogatorio furono trasmessi ai responsabili del Progetto Blue Book. Gli investigatori del Progetto, scartarono l’ipotesi che le luci fossero aerei militari e classificarono il caso come “non spiegato”.
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CONCLUSIONI DEGLI SCETTICI
Le prime obiezioni furono che comunissimi aerei in volo quella sera avrebbero confuso i due piloti.
L’astronomo “scienziato” Donald Menzel esaminò il caso nel 1962 arrivando alla (geniale) conclusione che si trattò di eventi naturali: la luce rossa poteva essere “un proiettore da ricerca posto a terra, che sarebbe stata distorta da uno strato di caligine provocato da un’inversione termica dell’atmosfera!” Semplicemente…
Invece lo “studioso” scettico Steuart Campbell, che ha rivisto il caso negli anni novanta, crede che i piloti avrebbero visto un miraggio del pianeta Venere, a cui piace molto dividersi in sei dischi, fluttuando nell’aria a diverse quote.
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RISPOSTE
Ai primi scettici i piloti replicarono che non si trattava sicuramente di aerei, come da rapporto del Blue Book.
Anche la spiegazione di Menzel venne contestata da Nash, che dichiarò di avere familiarità con i proiettori di ricerca (lui) e di non avere affatto osservato dei riflessi naturali.
Si schierarono contro l’idiozia di Menzel anche Charles A. Maney, fisico del NICAP e James McDonald, docente universitario di meteorologia, i quali contestarono l’ipotesi poiché non teneva conto di troppi fattori, tra i quali il cambiamento repentino dell’elevazione e la descrizione dei piloti che non ricordava affatto né meteore, né fulmini globulari.
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Aggiungiamo infine che altri sette testimoni riportarono di avere avvistato da terra le stesse luci nel cielo, nel medesimo momento.
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Alla fine qualcuno dovette ammettere che non poteva trattarsi di Venere… ma forse di Giove sì 🙂

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